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PandeModena – giorni di lockdown

La prima volta che sono andato in centro dopo la chiusura totale ho avuto un senso di spaesamento. Mi sembrava che quelle vie, quelle piazze, quei portici che ho frequentato assiduamente per decine di anni fossero irreali, mi sembrava di camminare in un paesaggio pervaso da un’enorme tensione.
Un senso di disagio mi ha colpito direttamente, un’instabilità ed una precarietà paradossale per un luogo che amo tanto e conosco così bene.
Ho deciso di rappresentare da subito quell’emozione con le fotografie che ho iniziato a scattare e che poi per quindici giorni, tutti i giorni, ho continuato a scattare.
Quando poi ho visto le immagini a computer ho scoperto che non rappresentavano la sensazione che avevo provato, probabilmente, ragionando, perché quel particolare stato era dentro di me.
Ho pensato allora di tentare di modificare gli scatti affinchè descrivessero graficamente quello che avevo provato, alla fine ho trovato in una sequenza di modifiche la resa voluta.
Questo è il risultato finale, un’amica che ha visto il lavoro ha detto che ho dissanguato Modena, è la definizione che, fino ad ora, si adatta meglio a questo lavoro.

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