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Non c’è nulla di peggio che una fotografia nitida di un’idea confusa.

Una fotografia tecnicamente perfetta può essere l’immagine più noiosa del mondo

Non mi piace sfocare il fondo per dare profondità o per isolare il soggetto, è un espediente utilizzato dai principianti. Preferisco, quando ci sono oggetti da sottolineare usare la luce.

Il fascino dell’immagine sta nell’equilibrio tra quello che si deve vedere e quello che non si deve vedere. La fotografia non deve essere la fotocopia della realtà

La parola chiave non è fotografia, pittura o scrittura, ma espressione. Quando guardate le mie fotografie state guardando i miei pensieri.

Ci piace parlare di innovazione, ma preferiamo di gran lunga sentire, vedere, provare quello che già conosciamo, in sintesi diamo importanza a tutto sacrificando la risorsa più efficace e prolifica, che si pone senza regole e fuori regole, l’immaginazione.

La tecnologia utilizziamola come liberazione, non come costrizione.
Invece spesso in fotografia accade l’opposto: la tecnologia diventa l’impedimento ad una liberazione.
Quello che vorrei insegnarvi io, possibilmente, è proprio l’utilizzo semplice della tecnologia, per evitare di farla diventare un muro contro cui andiamo a sbattere tutte le volte che vogliamo fare una fotografia.

STUDIUM: interessamento senza particolare intensità. Fotografia per cui si può provare un generico interesse, le emozioni che procurano passano attraverso la cultura, la morale, la politica e la conoscenza. Appartiene al Mi Piace.

PUNCTUM: quel particolare che partendo dalla scena mi trafigge, è quella fatalità che, in essa, mi punge, trafigge, ferisce. Appartiene all’ordine dell’Amare.

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